NAKED MUSICIANS
Performance multimediale
IMPROVVISATORE INVOLONTARIO
Pittura acrilica su retroproiezione in plexiglass serigrafato, video in retroproiezione, video in proiezione
2 giugno 2007
Auditorium del Monastero dei Benedettini, Catania
Gallery
The musicians:
Francesco Cusa, conductor
Claudio Lugo, sax
Paolo Sorge, chitarra
Stefano Cardiel, voce recitante
Emanuele Primavera, batteria
Emiliano Cinquerrui, programming
Sergio Montemagno, tromba
Andrea Pennisi, tromba e live sound
Marco Timpanaro, chitarra
Yuri Argentino, sax
Raul Colosimo, sax
Merle Anne Prins Jorge, voce
Shirin Demma, flauto e voce
Riccardo Gerbino, percussioni
The visuals: Raffaella Piccolo, Peter Rampazzo, Giuseppe Cusa, Orazio Arena, Federico Baronello, Noemi Consoli
Il conduttore del gruppo Francesco Cusa, così spiega la nuova performance: “L’idea nasce in seguito ad alcuni workshop da me tenuti in Italia e all’estero ed aperti a musicisti di vario livello ed estrazione. In seguito agli ottimi risultati ottenuti con questo ‘metodo’ mi sono ripromesso di tentare con un organico di musicisti di livello.
Il problema era quello di concentrare in due giorni ciò che normalmente richiederebbe almeno una settimana di lavoro. In realtà si tratta di una sorta di ‘conduction’, o meglio di sistema non convenzionale di direzione, in cui al posto della partitura musicale, delle note, si hanno dei simboli appositamente creati.
Niente di nuovo tutto di nuovo.
Così ho ‘convocato’ una ventina circa di musicisti siciliani e…un sardo, per una seduta di registrazione a Scordia, dal fidato Vincenzo Cavalli, col proposito di ricavarne un cd. Molti di essi sono miei amici e collaboratori abituali ed alcuni condividono con me l’esperienza di Improvvisatore Involontario.
Hanno risposto da Palermo, Ragusa, Siracusa, Catania ed Enna con un entusiasmo per me commovente. Il risultato è a mio avviso splendido ed il gran merito è sicuramente di questo organico eterogeneo in cui, intendo precisarlo, figurano non soltanto dei jazzisti, ma anche dei musicisti di diversa estrazione, nonché dei talentuosi programmatori di computer e avvocati che stanno in ufficio e nelle aule di tribunale esclusivamente per una loro oscura perversione.
E’ inutile dire che un’operazione di questo genere finisce col divenire, inconsciamente, una simbolica finestra sulla notevole forza creativa degli improvvisatori siciliani. Il mio ringraziamento va a tutti loro”.
Recensioni:
Rumore di Vittore Baroni – giugno 2007
NAKED MUSICIANS – A sicilian way of cooking mind (Improvvisatore Involontario / Wide) (area: avanguardia; voto: 7)
L’idea è di Francesco Cusa, eminenza grigia della Improvvisatore Involontario: chiamare a raccolta una ventina di musicisti siciliani di alto profilo tecnico, attivi in ambito non solo (avant)jazz, e chiuderli in sala di registrazione per un workshop intensivo di due giorni, con l’obiettivo di ricavarne un cd. Una prova che avrebbe potuto rivelarsi rischiosa, ma che grazie alla direzione illuminata dello stesso Cusa, oltre che all’impegno e affiatamento del temporaneo ensemble, ha prodotto un risultato a dir poco sorprendente. Già basterebbero difatti a dare peso specifico i venti minuti di L’avvitamento del capitalismo, ardita suite che spazia da giochi fiatistico-percussivi in stile Arkestra a memorie etno-popolari e umori mingusiani. Siamo però solo all’inizio e – col ballardiano leit motif di stranianti annunci fanta-radiofonici – sfilano altri sette brani ora ironici (A Night in a Caravan, frullato di standard da big band declinati in chiave semi-improvvisativa), ora rissosi (In morte al sistema mal temperato, con echi del free “politico” dei Settanta) e ora lirici (il finale mash up di vecchie canzoni italiche, più struggente che irrispettoso). Non solo un bel spaccato di “gastronomia sonora” sicula, dunque, ma anche un concept che straripa di arguzia e inventiva.
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All About Jazz di Enrico Bettinello – maggio 2007
A sicilian way of cooking mind. Che da parte di molti musicisti e improvvisatori di casa nostra ci sia un’urgenza a trovare nuove formule di condivisione dell’esperienza creativa è un fattore che già da qualche tempo ha portato al coagularsi – spesso su base regionale, a testimonianza che la cosiddetta “provincia” è ricca di idee e fermenti – di realtà associative [sotto forma di etichetta, collettivo, officina, laboratorio permanente, banda “musicalmente” armata…] in grado di mettere in circolo idee, musicisti, follie varie al di fuori dell’ormai consolidato – e forse logorato – meccanismo un po’ individualista che gode di una vasta diffusione nel jazz italiano.
È il caso, ne abbiamo parlato spesso, di “entità” come El Gallo Rojo, BasseSfere, Axè, C-Jam, così come degli artisti che sotto la sigla Improvvisatore Involontario, di cui il batterista siciliano Francesco Cusa è l’agitatore predestinato. Proprio Cusa ha riunito per questo progetto 24 musicisti, tutti siciliani tranne l’indomabile – e bravissimo – trombettista sardo Riccardo Pittau, e ha utilizzato le modalità della conduction [direzione dei flussi improvvisativi dell’organico attraverso una serie di segnali convenzionali] per convogliare alcune delle più impudenti necessità espressive che serpeggiano nelle viscere di questi artisti.
Non tutti jazzisti e non tutti professionisti – ma compaiono alcuni dei più fedeli collaboratori di Cusa, dallo stesso Pittau al trombonista Tony Cattano, passando per chitarristi come Paolo Sorge e Carlo Natoli o per il contrabbassista Marko Bonarius – questi gloriosi “ribaldi” del gesto sonoro vengono condotti dal direttore “lucignolo” su terreni in cui le varie energie possano conflagrare, in cui l’inopportunità sia un valore da tenere a portata di mano, dato che lo scenario timbrico cambia con la velocità dello zapping annoiato del sabato sera e dietro ogni brandello di quotidianità si può aprire un giardino incantato.
C’è anche una voce narrante, che interviene come un televisore tenuto troppo alto dalla vicina di casa sorda, a cucire frammenti di istruzioni, di telegiornali sui margini delle note. C’è un gioco destrutturante che ha [ig] nobili ascendenze e c’è il consueto, insopprimibile, ghigno ironico [la risata che tutti seppellirà non prima di averci imbottiti di suoni, tanto per ricordare che volendo c’è dell’intelligenza anche nelle più basse forme di vita!] che a partire dai titoli sgangherati dei brani si propaga in rivoletti gelidi in ogni angolo del disco. È irriverenza programmatica? O forse in quel sovrapporre “A Night n Tunisia” e “Caravan”, nelle scorribande sugli 88 tasti di “In morte al sistema mal temperato”, nello [s]comparire di “Cuore Matto” o “Arrivederci”, nella balbuzie funk di “Stasi creativa in James Brown”, nelle urla apotropaiche e nel farsi oggetto tra gli oggetti che risuonano senza coscienza c’è qualcosa di molto più rispettoso di quello che si sospetta? Non rispondetevi! Rimarreste sempre fregati, perché dietro le domande – ci insegnano questi 24 musicisti “nudi” – si nascondono sempre le mascelle appuntite di una risposta bagliata, vogliose di ridurvi i pantaloni [specie la zona dei glutei] in colorati brandelli di stoffa! Piuttosto ascoltare, reagire, urlare, ridere, indignarsi, ammirare il flusso dentro cui Cusa ha immesso le risorse di cui disponeva, diffondere, fare ascoltare agli amici e alle amiche, fare fremere di sdegno la vecchia zia o il rigido insegnante di conservatorio, fare sorridere un bambino, riavvicinarsi al fare musica perché lo chiede la pancia prima che la testa. Beh, questo sì che lo si può fare e forse questa esperienza collettiva incomincerà a brillare come un pietrone radiattivo tra le mani degli incauti. Ne vale la pena! Bravissimi tutti!
P.S. Cercate nei migliori jukebox della Riviera “Italian Graffitti Collapse Vol. I”, non ne potrete più fare a meno!
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Il Manifesto – Mario Gamba – maggio 2007 – NAKED MUSICIANS,
A icilian way of cooking mind (Improvvisatore Involontario/Wide)
I titoli degli 8 brani del cd, che ha anche un pre-titolo complessivo, Music for 24 Musicians, sono stimolanti e spassosi, come sempre nei lavori di Francesco Cusa, batterista, compositore e in questa occasione direttore (o conductor, nel senso della butchmorrisiana “conduction”). Eccone alcuni: L’avvitamento del capitalismo, In morte al sistema mal temperato, Del perché è impossibile che l’uomo sia atterrato sulla Luna. Ma questa volta il Cusa innamorato pazzo della musica “a programma”, dei brani con forte connotazione narrativa compresi alcuni sfrontati aspetti didascalici, non si ferma ai titoli, non sacrifica alle brillanti idee letterarie le proprie capacità di elaborare idee musicali altrettanto, se non più brillanti. Questa volta Cusa ci regala musica ricca, dissoluta, pura e impura, di grande originalità e spessore. Prodotta da una band di 24 musicisti, jazzmen e non, che ci arriva con un impatto forte, caldo, e con una vertiginosa diffusione di invenzioni. Il clou è senza dubbio il lungo iniziale Avvitamento del capitalismo, dove cìè una voce recitante (pressoché una costante nel cd, e i testi sono pieni di umori sovversivi legati alla cronaca politica) che apre continui nuovi episodi di stupefacente bellezza: free-jazz freschissimo, inaudita “contemporanea” traboccante di rumori, effetti, raffinatezze di scrittura istantanea, passaggi tipo poema sinfonico. Ma irresistibile anche A night in a caravan, opera di montaggio, di destrutturazione, di sintesi compositiva sulla base di A night in Tunisia e di Caravan. E poi tutti gli altri brani: tutti meriterebbero di essere “raccontati” in dettaglio, il radicalissimo, furioso in morte al sistema mal temperato merita un’altra menzione speciale.
(m.ga.) IMMENSO
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Musica a oltranza – Matteo Trifirò – maggio 2007
AA.VV “Naked Musicians” – Improvvisatore Involontario (05/2007)
L’impegnatissimo jazzista siciliano Francesco Cusa, dopo aver dato vita al progetto Skrunch ed aver tenuto una serie di workshop in Italia ed all’estero, decide di dar vita a questo progetto, rivolto a musicisti siciliani, presi “rinchiusi” per due giorni in uno studio di registrazione di Scordia, con lo scopo di dar vita a questo cd. “Il problema era quello di concentrare in due giorni ciò che normalmente richiederebbe almeno una settimana di lavoro. In realtà si tratta di una sorta di ‘conduction’, o meglio di sistema non convenzionale di direzione, in cui al posto della partitura musicale, delle note, si hanno dei simboli appositamente creati. Niente di nuovo tutto di nuovo. “Il progetto di fatto non è nulla di nuovo o originale, visti i precedenti storici come i Faust o la serie “In The Fishtank” presentata dalla Konkurrent, però è molto interessante principalmente per la scelta dei musicisti, provenienti da ogni angolo della Sicilia, amici o semplici conoscenti, jazzisti ed improvvisatori di professione, ma musicisti di diversa estrazione, programmatori di macchine e pc, accumunati dal desiderio di trasmormarsi per due giorni in “Improvvisatori Involontari”. L’album si muove lungo i sentieri più avanguardistici e sperimentali del jazz, ma non abbandona mai le origini dei musicisti che lo hanno suonato, richiamando testi e spunti della miglior tradizione italiana (“Cuore Matto”, “Canzone dell’amore Perduto” ..), ai quali vengono abilmente accostati strutture ed idee che possiamo ricondurre a classici come Frank Zappa, Fred Buscaglione o Sun Ra, alle sperimentazioni come il Pranzo Oltranzista di Mike Patton e John Zorn (dal quale sembra esser ispirata, oltre che al titolo, la filosofia stessa dell’album), con una forte carica teatrale-visuale-performativa come contorno.Un ottimo progetto, con ottimi musicisti ed un ottimo risultato !!